La lingua friulana (lenghe furlane, marilenghe – lingua madre –, furlan) è una lingua romanza, che fa parte del gruppo delle lingue retoromanze insieme al romancio ed al ladino. Dal 1999 è riconosciuta come lingua minoritaria storica ed è tutelata a livello locale. E’ una lingua diffusa in gran parte del Friuli, soprattutto in provincia di Udine e bastano pochi km a nord ed est della provincia di Pordenone per sentirla parlare. Nei secoli ha subito l’innflusso del Veneto, del Tedesco e dello Sloveno.
Importante è l’azione dei Fogolârs furlans, associazioni che riuniscono i figli di coloro che immigrarono dal Friuli soprattutto dalla fine dell’800 fino agli anni’50 del ‘900. Sono associazioni e circoli culturali che contribuiscono a mantenere vive le tradizioni e la lingua dei loro antenati in molti paesi del mondo, come il Canada, l’Argentina, l’Australia o il Brasile. Queste comunità di friulani si trovano anche in varie regioni italiane, soprattutto in molte grandi città del Nord e nell’Agro Pontino, ma anche a Roma e nella Sardegna del sud.
Le vicissitudini storiche dovute a continue invasioni, carestie e guerre hanno plasmato la cultura friulana rendendola essenzialmente pratica e frugale. Da qui molti proverbi incentrati sulla fugacità della vita, l’etica del lavoro, il vino e la cucina.
“Polenta e formadi, pan e salamp, un fiasc come fradi e la vite ‘ e je ‘ un lamp!”
(Polenta e formaggio, pane e salame, un fiasco come fratello e la vita è un lampo!)