Secondo alcuni storici, la prima Chioggia sarebbe stata fondata intorno al 2000 A. C. da una colonia di Pelasgi, un popolo proveniente dall’Asia Minore.
Se la leggenda la vuole fondata da [B]Clodio[/B], fuggito da Troia in fiamme con Enea e Aquilo, gli storici latini Cassiodoro e Plinio il Vecchio la citano come importante centro produttore di sale, il “Sal Clugiae”. Come gli altri centri lagunari l’antica Chioggia, il cui nome si trasformò nei secoli da Cluza, Clodia, Clugia, Chiozza ed infine Chioggia, si popolò soprattutto al tempo delle invasioni barbariche (IV – V sec.) quando le genti dell’entroterra cercarono rifugio in queste terre allora paludose e perciò poco appetibili per i conquistatori provenienti da nord. Sin dal VIII secolo aderì come libero comune al dogado veneto.
Favorita dal florido commercio del sale l’importanza di Chioggia aumentò così che nel 1110 la città fu scelta per ospitare la sede vescovile trasferita qui da Malamocco. Fonte di ricchezza nel Medioevo, il sale e le saline chioggiotte attirarono gli interessi di Genova e Venezia che, costantemente in lotta per il predominio sui mari, si scontrarono in città in quella che sarà poi chiamata la “[B]guerra di Chioggia[/B]” (1379–1381). Rasa quasi completamente al suolo ed inserita nel dominio della Serenissima Repubblica la città di Chioggia vide limitata non solo la propria libertà ma assistette anche alla riduzione del numero delle saline ed all’imposizione di pesanti tasse sulla produzione del sale. L’economia cittadina iniziò così un lento ed inesorabile declino, aggravato dal susseguirsi di pestilenze e carestie (1400 – 1600). Il riscatto dell’economia venne fortunatamente dal mare quando la popolazione scoprì la propria [B]vocazione per la pesca[/B]. Caduta nelle mani dei Francesi prima e degli Austriaci poi, Chioggia divenne italiana nel 1866.
Oggi Chioggia è una tra le città più popolose del Veneto, ha un’economia basata sul turismo, il porto, l’orticultura e la pesca.