L’itinerario interessa il settore meridionale del centro; dopo aver sostato davanti alla tomba di Antenore, che Virgilio vuole fondatore della città, muove alla scoperta di Prato della Valle con la basilica di S. Giustina e piazza del Santo con la basilica omonima, l’oratorio di S.
Giorgio e la Scuola: due straordinari complessi monumentali, due immagini emblematiche dell’anima composita di Padova, laica e religiosa, meta di processioni popolari e raffinati cenacoli culturali.
Su piazzale Antenore è la cosiddetta tomba di Antenore, edicola cuspidata del 1283 che copre un’urna marmorea tradizionalmente riferita al leggendario eroe, ma in realtà
contenente le spoglie di un guerriero dei secoli II-IV.
Percorrendo via Roma, una delle più animate della città, e proseguendo lungo via Umberto I, fiancheggiata da portici e palazzi antichi, si raggiunge la piazza più vasta
d’Europa: [B]Prato della Valle[/B], un’area di 88.620 m2 solcata dall’ellisse della canalizzazione settecentesca che inscrive l’isola Memmia e sulla quale affacciano
settantotto statue di personaggi legati a Padova e all’Università.
La [B]basilica benedettina di S. Giustina[/B] ha cambiato aspetto svariate volte; il volto in mattoni, coronato da otto cupole, cela interessanti elementi delle fabbriche anteriori. Nel vasto interno, diviso da grandi pilastri in tre navate, attraverso il coro vecchio (1462) si accede
all’antisagrestia dove è custodito l’architrave del portale romanico (1080 ca.) del luogo di culto originario. Notevoli la pala (1575 ca.) di Veronese e gli affreschi di Sebastiano Ricci. Perdendosi tra i viali, le aiuole, le vasche e le serre dell’Orto botanico, tra i più antichi
d’Europa (lo volle l’Università nel 1545), si raggiunge il cuore della Cittadella antoniana: la vasta piazza del Santo, con il monumento al Gattamelata (1453).
La basilica di S. Antonio, detta comunemente “[B]il Santo[/B]”, è l’elemento che in assoluto sintetizza l’immagine
della città (vedi pagina precedente). Tra le collezioni del Museo Antoniano, che ha sede in parte del complesso, spicca la lunetta di Mantegna dal portale maggiore della basilica.
A destra della basilica sorse nel 1377-84 l’oratorio [B]di S. Giorgio[/B]; il ciclo di affreschi di Altichiero (1379-84) che lo decora, una delle testimonianze più interessanti della pittura italiana del XIV secolo, racconta le Storie dei santi Caterina e Giorgio. Sede della relativa confraternita, la Scuola del Santo fu invece
fondata nel 1427; uno scalone del ’700 conduce alla sala di riunione del piano nobile, con pregevoli affreschi di artisti veneti del primo ’500 (fra i quali Tiziano) che celebrano il santo taumaturgo.