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La Val Belluna

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Itinerari
Il paese di Valmorel visto da un sentiero, Valbelluna Autore Luca Vivan

Dal cuore delle Dolomiti venete, il Piave descrive una curva verso ovest e scorre tra i contrafforti dolomitici a nord e le Prealpi a sud, disegnando il solco che prende il nome di val Belluna. Sulla destra del Piave la statale 50 collega Belluno alla vivace città d’arte di Feltre, attraversando l’area economicamente più dinamica del territorio bellunese; sulla sponda opposta, la provinciale detta “Sinistra Piave” consente di apprezzare la bellezza del paesaggio e di accostarsi agli episodi più significativi della storia dell’arte locale.

Partendo dalla destra del Piave l’itinerario esce da Belluno in direzione sud-ovest, percorrendo via Internati e Deportati. Proseguendo in direzione di Àgordo, in frazione Landrìs spiccano tre ville disposte in successione sul fianco della collina: villa Miari-Bentivoglio (XVIII secolo), villa Miari-Giacomini, trasformazione novecentesca di un edificio più antico e, in posizione dominante, la seicentesca villa Rudio,l’impronta veneziana.

Nei pressi di Mas colpisce il grande chiostro della certosa di Vedana: documentato già nel 1115, il complesso religioso è oggi convento di clausura femminile. Da qui si può continuare per Mis raggiungendo, presso il lago omonimo, il Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi. Istituito nel 1993 per tutelare il versante settentrionale della val Belluna, copre una superficie di 32.000 ettari in un’area ricca di flora e fauna. Qui prosperano più di 1500 specie floristiche, tra cui la campanula del Moretti, simbolo del Parco, e numerosi animali, tra cui il camoscio, il cervo, il muflone, la volpe, la martora e l’ermellino, ma anche l’aquila reale, il falco pecchiaiolo, il gufo reale e la civetta nana. L’area del parco si estende tra le valli del Cismon e del Piave ed è circondata dalle imponenti Alpi Feltrine, caratterizzate da versanti scoscesi e numerosi ghiacciai.
Cuore delle Dolomiti bellunesi è il gruppo Feruch-Monti del Sole, con folti boschi e creste selvagge. Altri gruppi al’interno dell’area protetta sono quello della Schiara-Pelf, dalle caratteristiche pareti dolomitiche, e quello della dorsale Monte Talvena-Cima di Pramper,ricoperto da una verdissima boscaglia.

Seguendo da Belluno le segnalazioni per il Nevegàl, si imbocca la Sinistra Piave che passa nelle vicinanze di villa Buzzati, perfetto esempio di dimora ottocentesca di gusto romantico, appartenente alla famiglia dello scrittore bellunese che riposa nel cinquecentesco oratorio sul ciglio della strada; da qui Dino Buzzati (1906-72) descriveva la sua città natale e il suo superbo scenario montano.

Si prosegue per Mel, dove il pendio di piazza Luciani compone un insieme armonioso, incorniciato da edifici dei secoli XVI e XVII: il Municipio, palazzo delle Contesse (ora centro culturale e sede del Museo civico archeologico), palazzo Del Zotto e il trecentesco palazzetto Barbuio. Sul lato meridionale della piazza, la storica locanda al Cappello risale alla fine del XVII secolo. Dalla frazione Campo San Pietro (m 309) si raggiungono su un panoramico colle le rovine medievali del castello di Zumelle (m 453).
Varcato il Piave, su un colle all’estremità occidentale della val Belluna appare Feltre (m 325), che di ricente ha riscoperto e valorizzato la sua vocazione turistico-culturale.
Da Feltre si possono effettuare escursioni nel Parco delle Dolomiti bellunesi; al passo di Croce d’Àune (m 1100), attrezzato per vacanze estive e sport invernali; alla Riserva naturale statale del Vincheto, zona umida con ricca e varia avifauna; infine, nei pressi della frazione Cellarda, al santuario dei Ss. Vittore e Corona, consacrato nel 1101.

Quasi isolata, sicuramente dai flussi turistici, è Valmorel, paese dove soggiornava Dino Buzzati, attorniato da declivi e prati. Zona lentamente abbandonata dagli anni ’60 con le migrazione di contadini e pastori verso le valli industrializzate, sta progressivamente ritornando a vivere, grazie ad un’associazione che organizza seminari, coneferenze e laboratori, utilizzando come sede la vecchia latteria turnaria “Al Vejò”, dove ancora si produce del saporito formaggio di latte crudo. Dalle città sono tornate persone dinamiche e innovative che stanno puntando su coltivazioni e allevamenti poco intensivi, biologici e su un turismo lento, capace di gustare la calma di questi luoghi.

Formaggio di latte crudo nella Latteria “Al Vejò” Valmore Autore: Luca Vivan

 

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