Golf Club di Asiago

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Cose da fare

Il golf club di Asiago è considerato uno dei campi di montagna più belli d’Europa

Il grande vantaggio del tracciato disegnato da Peter Harradine, conosciuto per la sua grande esperienza nei campi di montagna, è che pur essendo in montagna si gioca su un altopiano, su un percorso dolce e panoramico senza particolari dislivelli garantendo ai giocatori di poter giocare la propria palla con i piedi sempre in piano.

Cominciato nel 1960 con nove buche di J. Harris, il percorso è stato completamente rifatto con 18 buche. Le particolari caratteristiche ambientali hanno facilitato la creazione e la riuscita del progetto potendo sfruttare gli aspetti paesaggistici e peculiari dell’Altopiano
La costruzione del nuovo golf è stata realizzata con minimi interventi: pochi spostamenti di terra e nel rispetto dell’idrogeologia dell’area delle zone boschive. L’intera opera infatti è stata realizzata nel rispetto di tutto il prezioso ecosistema che gravita intorno al golf.

Il percorso di Asiago si snoda tra prati e ombrose abetaie e con un andamento estremamente vario. Ogni buca battezzata peraltro con un nome presenta difficoltà e caratteristiche assolutamente proprie.

La buca 5 “Meltar”è la più lunga di tutto il percorso: un par 5 di 565 metri dove il primo colpo va giocato con estrema precisione per la presenza del lago sulla destra del tee-shot. Il green inoltre è piccolo e ben difeso da due bunkers. Altra buca molto delicata è la numero 9 detta il “Lago”, un par 4 di 435 metri, lunghezza limite per una buca da eseguire in quattro colpi, richiede un drive piuttosto lungo per superare la stradina che l’attraversa per poi attaccare il green sorvolando il lago che lo protegge. La buca numero 11 chiamata “Rosta” è caratterizzata dalla ricca vegetazione che rappresenta il suo ostacolo principale, si snoda infatti nel bosco con un leggero dog-leg a sinistra, che costringe la massima precisione con il colpo di partenza se si vuole vedere il green con il secondo colpo. Sicuramente è la buca più difficile del percorso per le rocce che delimitano entrambi i lati del fairway, per cui ogni slice o pull sarà punito, sul secondo colpo si deve volare il greto del torrente per arrivare infine ad un green piuttosto piccolo e di lettura complessa.

Maestosa ed affascinante è la buca numero 12 detta la “Panoramica”; dal battitore si gode una vista molto bella che abbraccia gran parte del campo. È un par 5 di 490 metri che richiede grande precisione specialmente nei primi due tiri, lasciando maggior sicurezza nel terzo che si trova ormai fuori dal bosco in un largo fairway. Il green inoltre è ben difeso da un ampio bunker sulla sinistra che non perdonerà al giocatore anche il minimo gancio.

L’ultima buca chiamata “Larice” è un par 4 di 395 metri con leggero dog-leg a destra. Una bella “finishing hole” che darà molte soddisfazioni. Ma anche qualche pensiero, specialmente se si arriva con un buono score.

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