Andrea di Pietro della Gondola, figlio di un mugnaio padovano, fu l’architetto che creò una tipologia nuova per l’architettura della villa di campagna
Il Palladio nacque nel 1508 nel padovano. Apprese il mestiere del tagliapietre e in seguito diventò architetto ma nella sua maniera di operare non abbandonò mai completamente i principi dell’artigianato dal quale la sua formazione aveva avuto origine.
Anzi il suo merito fu proprio quello di creare progetti che più che essere espressioni del genio dell’artista, rispondevano alle esigenze insediative dei committenti. Palladio non realizzò solo ville di campagna, ma anche edifici di città. La più alta concentrazione di realizzazioni architettoniche su progetto di Palladio si trova sicuramente nel vicentino.
Chi passeggi per il centro di Vicenza non ha che l’imbarazzo della scelta: il Palazzo della Ragione, la Loggia del Capitanio, il Teatro Olimpico, e anche in certo senso i rifacimenti del Duomo, si pongono come segnali di una ideologia che vuole fare di Vicenza una nuova Roma. A questa idea costruttiva rispondono i palazzi privati, in primis Palazzo Thiene, per proseguire con i palazzi Civena Trissino, Valmarana e Barbaran da Porto, da Monte, Capra. Altri edifici sono stati eseguiti su progetto di Palladio o su sua parziale realizzazione: i palazzi Pojana, Iseppo da Porto, Thiene Bonin Longare, Porto Breganze, da Schio, la cappella Valmarana in Santa Corona.
Venendo poi all’argomento specifico delle ville, Palladio creò per esse un’architettura di nuovo genere.
Partendo dal modello di villa preesistente, che aveva potuto conoscere lavorando alla villa di Cricoli del suo primo mecenate, Giangiorgio Trissino, e tenendo presenti suggestioni da altri architetti suoi contemporanei, il Palladio elaborò uno stile nuovo che prendeva le mosse però dai modelli del passato classico.
Timpani, colonne, finestre termali, logge e saloni a pianta centrale o cruciforme costituiscono nuovi elementi architettonici per gli edifici di campagna. Elemento importante di novità sono le barchesse, edifici porticati destinati al ricovero degli attrezzi e delle derrate prodotte dal lavoro agricolo; una specie di trait-d’union tra il corpo padronale della villa e la campagna circostante, destinata alla “Santa Agricoltura”.
Ciascuna villa mescola gli elementi architettonici in modo da risultare assolutamente unica e personalizzata, rispondente alle esigenze del committente, ed è pertanto interessante analizzare quali elementi sono stati volta per volta utilizzati.
Partendo da Vicenza, un itinerario attraverso le ville vede come prima tappa la villa Capra, detta “La Rotonda” per la sua particolare forma a pianta centrale.
Si può proseguire toccando la villa Garzotti Curti a Bertesina, opera giovanile dell’architetto, la Thiene Valmarana a Quinto Vicentino, la Valmarana Bressan a Monticel!o Conte Otto, la villa Caldogno a Caldogno, attribuita a Palladio, la Porto Thiene a Molina di Malo, la Forni Cerato a Montecchio Precalcino, la villa da Porto Godi a Lonedo di Lugo, alle pendici orientali della Val d’Astico.
In provincia di Treviso altri due capolavori: la villa Barbaro di Maser e la villa Emo di Fanzolo di Vedelago.
La villa Cornaro a Piombino Dese, in provincia di Padova, si apre al giardino con la maestosità della sua loggia timpanata a due ordini sovrapposti. Dopo una piccola deviazione alla villa Zeno di Cessalto, da Piombino Dese l’itinerario potrebbe snodarsi verso la villa Malcontenta, che si trova nell’omonima località.
Si tratta di uno dei capolavori palladiani dalla caratteristica finestra termale e con un alto zoccolo che sorregge il pronao ionico della facciata.
Ritornando verso Vicenza si raggiunge Vancimuglio di Grumolo delle Abbadesse, dove sorge la villa Da Porto Rigo (non visitabile). Da qui, seguendo la statale 247 che costeggia il canale Bisatto, si può arrivare alla villa Saraceno di Agugliaro recentemente restaurata, e poi proseguendo deviare verso Pojana Maggiore, alla villa Poiana.
Da Montagnana vale la pena di dirigersi verso la villa Badoer di Fratta Polesine, dove per la prima volta compare il pronao gigante, e risalire poi nel vicentino per visitare la villa Pisani Ferri a Bagnolo di Lonigo ed eventualmente Meledo, dove rimangono poche strutture di un complesso palladiano mai realizzato nella sua interezza.
Un discorso a parte merita il ruolo che Palladio svolse nelle realizzazioni architettoniche di Venezia città. Si tratta di edifici esclusivamente religiosi che traducono in architettura cristiana le fattezze dell’edificio pagano, dotando le chiese dei timpani e frontoni propri dei templi.