Il suo nome in arabo significa “Rocca dei vasi” ed è chiamata la Faenza di Sicilia. Avete indovinato? Si, è Caltagirone, famosa nel mondo per la ceramica artistica, tradizione millenaria profondamente legata alla sua storia. Città di circa 38.000 abitanti nell’entroterra sud-orientale, è una specie di città-museo a cielo aperto. Bellissime maioliche, colorate soprattutto di verde e giallo, decorano strade, palazzi e chiese.
Alcuni ritrovamenti testimoniano che la produzione locale della ceramica risale addirittura al VI millennio a.C. La particolare posizione geografica della Sicilia, al centro del Mediterraneo, ha favorito nei secoli uno scambio di conoscenze, usi e costumi. Così dai Cretesi gli artigiani locali appresero l’uso del tornio, e successivamente dagli Arabi, che conquistarono la Sicilia nell’827, appresero la tecnica di decorazione della ceramica mediante invetrinatura. Gli Arabi portarono anche delle nuove forme e decori provenienti dal lontano Oriente. Ancora oggi i colori principalmente impiegati sono il blu, il verde brillante ed il giallo carico. Nel XIV secolo la ceramica di Caltagirone era famosa in tutto il Mediterraneo, grazie anche all’esenzione dei dazi doganali concessi da Alfonso d’Aragona.
Nel 1693 un terribile terremoto colpì la Sicilia orientale, distruggendo molte chiese e palazzi. La città così venne ricostruita con un volto barocco e rococò. In questa ricostruzione si assiste all’interessante applicazione della ceramica all’architettura e le facciate degli edifici vengono rivestite con stupende maioliche. Ancora oggi se ne possono ammirare molteplici esempi. Tra questi la facciata della chiesa di S.Pietro, il balcone Ventimiglia, l’ingresso del Museo della Ceramica e recentemente, la scalinata di Santa Maria del Monte ed il Cimitero Monumentale.
Una produzione tipica della ceramica artistica di oggi sono sicuramente i presepi di Caltagirone. Meno sfarzosi rispetto a quelli napoletani, sono abbastanza semplici, ma minuziosi. A questa tradizione ogni anno, a Natale, è dedicata una mostra.