Ogni anno in primavera inizia la preparazione della tonnara, che è sostanzialmente una complessa trappola per la cattura dei tonni. Questo comporta un insieme di operazioni, condotte sia a terra che a mare. Vengono montate una serie di reti, che formano vere e proprie camere, sulla costa settentrionale di Favignana, nella striscia di mare che la separa da Levanzo. I tonni, che giungono da nord in queste acque per deporre le uova, incontrano la trama delle reti delle code e del codardo, che ai loro ingenui occhi sembrano delle pareti invalicabili, per cui, fiancheggiandoli, arrivano agli ingressi, bocca a nassa e faratico. Man mano che si raggiunge un certo numero, i tonni vengono trasferiti da una camera all’altra, fino ad arrivare alla “camera della morte”, dove avviene la mattanza. Si tratta di un rituale cruento, ma ricco di fascino, durante il quale l’acqua diventa rossa per il sangue dei tonni. I tempi, le modalità e quant’altro sono stabiliti dal Rais, in base all’osservazione del mare, dei venti ed alla sua personale esperienza. Tutte le operazioni, dalla preparazione della tonnara, alla mattanza, procedono secondo un rito fisso, che sa di sacro e profano e suscitano un incredibile fascino. Sacro per esempio quando i tonnaroti recitano le preghiere al Signore, a S.Pietro, a Sant’Antonino, alla Madonna di Trapani…ecc. Sa di profano, quando invece cantano i suggestivi canti propiziatori di origine araba, dette cialome, cantilene che danno il ritmo ai tonnaroti, che tirano le reti o issano i tonni in barca. E’ possibile assistere alla mattanza, che avviene nei mesi di maggio e giugno, basta informarsi sul giorno presunto e farsi trovare pronti la mattina presto, sul molo di Trapani o Favignana o Levanzo.
